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L'etica nel posizionare un sito e renderlo vincente

Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo; in Italia la sua percentuale di utilizzo è del 98%. Questo significa che su 1.000 persone, 980 usano Google per trovare quello che gli serve. È evidente quindi che se si vogliono raggiungere clienti tramite Internet, bisogna essere presenti su Google. Per alcuni a tutti i costi, anche imbrogliando.

Le regole - A questo indirizzo sono disponibili le linee guida che Google mette a disposizione dei webmaster e in genere di chi si occupa rella realizzazione dei siti; esse elencano tutti gli espedienti scorretti da evitare per ottenere un ranking migliore, sottolineando che:

... dei comportamenti illeciti che possono causare la completa rimozione del sito dall'indice di Google. Una volta rimosso, il sito non sarà più visualizzato nei risultati su Google.it o in qualsiasi sito partner di Google.

Google fornisce quindi delle regole ben precise che devono essere seguite scrupolosamente per realizzare un sito Internet che abbia un futuro. Alcuni non lo fanno.

Le scorrettezze

Come già discusso in un altro articolo, i SEO scorretti o le agenzie web poco serie utilizzano metodi sbagliati per il posizionamento sui motori di ricerca dei siti da loro realizzati.

Alcuni nostri concorrenti ad esempio cercano di migliorare il proprio ranking su Google ripetendo più volte nelle pagine del loro sito la frase realizzazione siti seguita dai nomi di tutte le principali città italiane, usando testo piccolissimo e magari del medesimo colore dello sfondo (oppure nascondendola dietro le immagini), in modo che non sia visibile all'occhio del visitatore (ma ben visibile ai motori di ricerca, che leggono la pagina in modo decisamente diverso da quello umano).

Se si comportassero scorrettamente solo sul loro sito aziendale, il problema sarebbe limitato. Solitamente chi si comporta così non ha problemi a fare altrettanto anche con i siti dei propri ignari clienti.

Google fornisce quindi delle regole ben precise che devono essere seguite scrupolosamente per realizzare un sito Internet che abbia un futuro. Alcuni non lo fanno.

Nascondendo il testo quindi questi soggetti riescono a produrre frasi invisibili o confuse lineette che in realtà contengono ad esempio la frase realizzazione siti Firenze ripetuta decine di volte: l'intento è quello di ingannare Google, cercando di fargli credere che in quella determinata pagina web ci siano informazioni più rilevanti per quel determinato argomento (la realizzazione dei siti a Firenze appunto).

Le immagini che nascondono il testo

Un altro sistema utilizzato da chi lavora scorrettamente per tentare di far raggiungere un ranking migliore ad un determinato sito è sfruttare la funzionalità offerta dalla variabile alt di HTML, prevista per offrire testo alternativo ad un immagine, nel caso quest'ultima non fosse disponibile o si stia visualizzando la pagina con un browser testuale; sicuramente lo hai già sperimentato: quando passi con il mouse sopra l'immagine, compare del testo.

Il testo alternativo dovrebbe essere usato unicamente per dare un senso ad un immagine che potrebbe non venire visualizzata, sia per problemi tecnici sia per il fatto che la pagina web in cui essa è contenuta viene letta da un browser testuale; al massimo per aggiungere dei dettagli (come ad esempio il luogo dello scatto, se si tratta di una fotografia). Chi lavora in maniera sbagliata inserisce all'interno della suddetta variabile la solita sfilza di parole chiave ripetute per decine di volte, sperando che Google ci caschi.

Le pagine duplicate

Questo metodo che viola la quinta regola di Google prevede che chi si occupa della creazione di siti Internet proceda a creare a a pubblicare una pagina web contenente la solita serie di parole ripetute, oppure un discorso articolato sviluppato intorno ad un argomento ben specifico.

Questa pagina viene poi copiata, modificata leggermente e pubblicata sul sito Internet che si vorrebbe far aumentare di visibilità, ma dandogli un nome differente, che ruota sempre intorno ad un preciso argomento.

La procedura viene ripetuta decine o centinaia di volte: i contenuti sono quasi i soliti, cambia solo il nome del file. Il testo ripetuto in molte pagine cerca di far aumentare la densità di una certa parola chiave o di un certo tema specifico in modo che il sito realizzato risulti più interessante a Google.

Lo scambio link

I motori di ricerca e Google in particolare hanno sempre tenuto in grande considerazione la popolarità di un nome a dominio per stabilire il suo ranking: un nome a dominio è popolare quando altri siti parlano di lui, ovvero pubblicano all'interno delle loro pagine un link che rinvia a quel nome a dominio.

In molti perciò si sono adoperati per sfruttare lo scambio: l'agenzia web scorretta o il SEO poco serio (o anche altri soggetti che si occupano di realizzazione siti) si rivolge a circuiti di siti che gli permettono di inserire sul loro portale (e/o su centinaia di altri creati appositamente) l'indirizzo del nuovo sito appena realizzato, in modo che quando Google passerà a darci un occhiata si accorga che questi portali citano la nuova realizzazione. Il fatto che molti siti citino il quanto realizzato dovrebbe far salire la sua popolarità e quindi il suo ranking sui motori.

Il metodo era valido fino ad alcuni anni fa, oggi non funziona esattamente così: un link per essere davvero utile e fornire risposte in termini di ranking deve provenire da un sito a tema (a poco valgono, ad esempio, i rinvii da siti di moda verso un sito di giardinaggio) e che è sulla rete da diversi anni.

Google riesce a distinguere inoltre i circuiti di scambio link semplicemente "contando" quanti rinvii verso altri siti sono presenti all'interno di ognuno: se ce sono più di una dozzina e magari elencati in una sola pagina, uno dietro l'altro, risulta semplice capire che si tratta di una segnalazione non naturale; come risultato il valore di quei link scende a zero. In alcuni casi, quando si accorge dell'innaturalità della cosa (come quando questi compaiono in pochissimi giorni su svariati siti) Google può effettuare una penalizzazione del nome a dominio, creando così l'effetto opposto a quello voluto.

Questi elencati sono solo alcuni dei più banali metodi illeciti che le agenzie web poco serie ed i SEO scorretti utilizzano per cercare di posizionare i siti di loro realizzazione; ne esistono molti altri seppure meno diffusi e sicuramente molto più tecnici.
I rischi

Google proibisce espressamente questi comportamenti e li condanna rimuovendo quanto prima dai suoi indici i siti che ne fanno uso; se si è fortunati si viene spediti in quattordicesima pagina al 140° posto, laddove nessuno si sogna di cliccare (le statistiche ci dicono che il visitatore medio non si spinge a visualizzare oltre la terza pagina dei risultati).

Ovviamente con miliardi di pagine indicizzate la rimozione o la penalizzazione può non essere eseguita sempre in tempi brevi; molte volte questi siti riescono a rimanere in posizioni alte per diverso tempo prima di ritrovarsi esclusi. Esclusi significa che

anche scrivendo il nome a dominio, Google non restituisce nessun risultato. Il peggior dramma che possa capitare a chi ha investito nella realizzazione del proprio sito Internet.

Sia chiaro, non è che se si finisce in 140° posizione la situazione sia migliore: la visibilità è quasi nulla, ma in questo caso si può fare qualcosa per recuperare posizioni, nell'altro si può solo fare richiesta di essere inclusi nuovamente e sperare.

Ovviamente la richiesta può essere fatta una sola volta e deve avvenire dopo aver rimosso tutte le scorrettezze; a volte questo non può essere fatto perché queste si trovano su siti che non sono controllabili direttamente (è facile venire inseriti in un circuito di scambio link non a pagamento, ma estremamente difficile esserne rimossi, ad esempio).

Se il rischio che un sito Internet possa sparire per sempre da Google può essere accettabile per un'agenzia web scorretta o un SEO poco serio che vede nei suoi metodi solo un mezzo per fare soldi senza pensare al del futuro dei suoi clienti, per il quello della tua azienda costituisce un serio problema.

Ti affideresti a chi si comporta scorrettamente?

Sicuramente non vorresti mai affidarti a chi ricorre a questi espedienti per piazzarti alcune settimane ai primi posti su Google per poi rischiare di farti sparire; inoltre, se queste agenzie web adottano etiche scorrette per il posizionamento, chi ti dice che non farebbero altrettanto con te sul piano commerciale quando se ne presenterebbe l'occasione?

Se ti affidi ad un'agenzia web sbagliata o ad un SEO scorretto, potresti essere rimosso dai motori di ricerca; se sarai fortunato verrai spedito in posizioni talmente basse che il tuo sito non avrà molto valore.

Verrebbe a mancare il requisito fondamentale per il tuo sito Internet di successo, la presenza sui motori di ricerca: nessuno potrebbe più trovarti su Internet ed il tuo sito rimarrebbe visitato esclusivamente dalla clientela fidelizzata; un pò come se nella strada che porta al solito isolato ristorante in collina citato nell'altro articolo, venissero a mancare le indicazioni per raggiungerlo: avresti sempre i soliti clienti, che oltretutto dopo un pò di cene potrebbero pure stufarsi.

Google fornisce quindi delle regole ben precise che devono essere seguite scrupolosamente per realizzare un sito Internet che abbia un futuro. Alcuni non lo fanno.

L'unica alternativa che avresti se dovessi subire l'esclusione da Google sarebbe quella di cambiare nome a dominio: dovresti pagare nuovamente la sua attivazione, spostare tutti i contenuti del tuo sito e attendere nuovamente l'indicizzazione, in attesa di essere nuovamente escluso. Magari la prossima volta il processo di esclusione potrebbe impiegare solo alcuni giorni, visto che le tecnologie anti-webspam di Google si aggiornano continuamente. Senza contare che cambiando il nome a dominio, dovresti rifare tutti i tuoi biglietti da visita, la carta intestata, gli adesivi presenti sui automezzi della tua azienda eccetera.

 

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